Sono già passati quattro anni dal primo incontro con Michele; quattro anni e tre mostre:

4 Anni scanditi da un primo momento, l’incontro, dove si è riscontrata un certa affinità di spiriti, che nel tempo si è approfondita con il progredire della reciproca conoscenza; si è quindi passati attraverso la concretezza della materia, la fluidità delle sue idee e il fuoco della sua passione.
Aria, terra, acqua e fuoco, gli elementi che caratterizzano la parte materiale dell’uomo, (che per gli antichi sono gli archetipi della materia da cui tutto deriva) che Michele riesce a dominare e racchiudere nelle sue opere per trasmettere una tensione verso il trascendente.

3 Mostre, tre momenti distinti solo nello spazio e nel tempo, ma simili nei loro svolgimenti e nei loro contenuti. Un primo momento dove entrano in contatto, in modo orizzontale, l’Artista con l’Impresa attraverso l’Imprenditore, in un connubio ben rappresentato dal termine Artigiano, ossia colui che esercita l’Arte.

Da questo incontro deriva un moto verticale, la voglia di guardare “in alto” verso il trascendente con la consapevolezza che la bellezza artistica altro non è che lo specchio della perfezione, da sempre elemento distintivo del Divino, rappresentato nel libro della Genesi dall’afflato che trasforma la materia primigenia.

Come spesso Michele ci ricorda, l’incontro tra l’uomo e il Divino avviene attraverso la benedizione (rappresentata nel numero 12) che non è solo un concetto legato alla religione ma va inserito nella nostra quotidianità:
È una benedizione avere qualcuno che ci ricordi di alzare lo sguardo anche all’interno dell’ambito lavorativo;
È una benedizione sentirsi partecipi con altre persone ed imprese in un obiettivo che supera il core business aziendale;
È una benedizione scoprire come esista, nel nostro territorio, una rete di aziende che credono nell’Arte e nei suoi valori.

Queste sono alcune cose che ci hanno tenuti legati a questa impresa con il nostro piccolo contributo, che ci ha visto non solo trasportare le opere di Michele ma ci ha fatto vivere l’Arte con trasporto.

Andrea Albertini
Direttore Saca

VIVERE L’ARTE CON “TRASPORTO”
Tra gli svariati clienti di SACA Service (Trasporti per tutte le esigenze) mi è capitato di incontrare una persona per cui il nostro servizio non rappresenta solo mero esercizio di presa in carico della merce, trasporto dal luogo di partenza e scarico a quello di destinazione ma per il quale il servizio stesso è diventato parte integrante e armoniosa dell’accompagnamento dell’oggetto, in questo caso un’opera d’arte.

Tra gli autisti di SACA sono stato io ad avere l’onere e l’onore di fornire questo servizio all’autore di queste opere, Michele D’Aniello che, grazie al mio mezzo attrezzato con sponda idraulica e alla fiducia che ripone in me come professionista del trasporto, ha potuto spostare le sue sculture nelle loro diverse collocazioni. Sono rimasto colpito da quanta cura, attenzioni e allo stesso tempo entusiasmo e gioia che Michele e Alberto (il suo Manager) trasmettono durante le fasi di imballaggio, spostamento delle opere. Michele vuole essere coinvolto, assieme a
me, all’operazione di carico e sistemazione delle opere all’interno del mio cassonato. Mentre lavoravamo, mi rendevo conto del valore che aveva per lui il fatto che qualcuno stesse maneggiando le sue opere d’arte. L’idea di dover trasportare e custodire le sue sculture, vedendo la sua apprensione, anche solo per il breve tempo del trasferimento, mi dava l’idea del valore che ha il mio lavoro. Dovevo pensare ai punti più adeguati per il fissaggio, la tenuta dell’imbracatura, prevedere i potenziali urti ed eventuali scossoni durante il trasporto, ecc.
Durante tutte queste fasi, parlando con Michele delle sue opere, mi sono sentito letteralmente trasportato, a mia volta, in un mondo di riflessioni. Stavo trasportando le “Piante con Seme” di Michele e pensavo a come, in natura, un seme riesce a germogliare anche in condizioni estreme, in lande desolate o ambienti inospitali e talvolta proibitivi. Non solo riesce a germogliare ma anche svilupparsi e ramificare assumendo forme e aspetti inconsueti e incredibili, come possiamo vedere su tutto il nostro pianeta. Così anche le opere di Michele mi appaiono espressioni artistiche originali a volte con aspetto esotico, altre moderno e avventuristico ma sempre e comunque riconducibili ad un unico tema: la natura che vince.

È veramente sorprendente come l’autore di queste opere riesca a creare, da materiali consueti e a volte fatti per svolgere una funzione, senza essere visibili, questi monoliti, dalle lavorazioni varie, composti dai più svariati materiali, manufatti unici nel loro genere e per questo meritevoli di essere ammirati. Con “trasporto”…

Roberto Bianchi
Official Trailer Powered by SACA Service

La SACA festeggia i suoi “primi 40 anni”
Festeggiare l’arrivo con una nuova partenza, questa è stata l’idea che ci ha portato a festeggiare i nostri “primi 40 anni” di attività collaborando alla mostra “Scultura e Impresa” dello scultore Michele D’Aniello. Convinti che, come afferma l’artista, “l’arte oggi possa e debba, a suo modo, occuparsi di cambiamento ed evoluzione dei modelli mentali” abbiamo voluto dare il nostro contributo affinché questo grande progetto innovativo prendesse corpo.

Sabato 1 dicembre nella ex chiesa di San Mattia in via Sant’Isaia 14 a Bologna vedrà la luce questo grande sogno, coniugare la creatività e l’innovazione del mondo del lavoro con quella dell’arte.

Nella suggestiva cornice della ex chiesa di San Mattia, si potranno ammirare le grandi opere d’arte realizzate dallo scultore Michele D’Aniello. L’artista ha coinvolto, per questo progetto, una ventina di imprese del capoluogo bolognese perché insieme a loro vuole lanciare un messaggio positivo: la cultura produce economia, come dimostra un importante e recentissimo studio di ERVET.
E’ così che nasce il progetto “Scultura e Impresa”, per associare all’arte, fiore all’occhiello del nostro paese, il prodotto made in Italy.

In un momento storico così difficile, le opere di D’Aniello emergono con grande forza, egli infatti, utilizzando il simbolismo, racconta di valori universali infondendo speranza e fiducia all’uomo. In questa mostra resta fedele ai suoi tre cicli, ma invece di utilizzare il bronzo, riveste le sue opere dei migliori prodotti industriali italiani, cioè di materiali contemporanei. Questi materiali diventano nelle mani dello scultore opere d’arte, perdono la loro funzione per diventare estetica.

Andrea Albertini
Direttore Saca